Get Adobe Flash player

VCNT - Visitorcounter

Today446
Yesterday656
Week2343
Month10858
All4779766

Currently are 94 guests and no members online


Kubik-Rubik Joomla! Extensions

cane accelera l’operazione di salvataggio

Naturalmente il primo utilizzo del cane da salvataggio nautico e il suo supporto nell’operazione, che consente di accelerare i tempi di un’operazione di salvataggio. Nelle prove di recupero di un pericolante a 100m dalla riva, senza il supporto del cane s’impiega in media circa 30 secondi in più (un tempo che può essere decisivo per salvare la vita di una persona in difficoltà). Il dato della velocità di recupero è calcolato nella media perché è ovvio che dipende sia dal cane, sia dal conduttore.

Il cane consente il recupero contemporaneo di più pericolanti

Spesso accade che ci siano più persone in difficoltà contemporaneamente e ciò costringe a scegliere il recupero di una persona, ovviamente quella in maggiore difficoltà, con un forte rischio per l’altra. Il cane ha in dotazione un’imbracatura galleggiante dotata di 3 maniglioni per l’aggancio delle persone. In questo modo è possibile recuperare di più di una persona in una singola operazione di salvataggio, cosa pressoché impossibile per un uomo solo. Naturalmente l’operazione è più rallentata, ma evita il rischio che uno dei due pericolanti possa subire serie conseguenze.

Il cane è capace di nuotare su lunghe distanze

Un attributo notevole di questi animali sono le loro capacità di nuoto su lunghe distanze. Durante un campo speciale di addestramento per emergenza alluvione i cani della mia squadra operativa hanno nuotato per 3,6 km la mattina e 1,6 il pomeriggio, per circa 4 ore complessive, circa la metà delle quali trainando una persona.

Il cane da fiducia all’operatore di salvataggio

La presenza del cane da fiducia e sicurezza all’operatore umano, perché anche se dovesse trovarsi in difficoltà può contare su un sicuro presidio di galleggiamento che continua a muoversi verso riva. Ciò consente di gestirsi di meno e profondere più forza all’azione. I conduttori hanno questa consapevolezza e, pertanto, svolgono un’operazione di salvataggio con decisione e senza esitazioni, due caratteristiche che devono far parte del automatismo operativo di un buon operatore di protezione civile specializzato nel salvataggio nautico.

Il cane minimizza l’impatto traumatico di un potenziale annegamento

La presenza del cane può aiutare a rendere meno traumatiche le conseguenze psicologiche di un potenziale annegamento, specialmente nei bambini. Ho potuto sperimentare e utilizzare questo effetto in 2 circostanze. Nel primo caso si è trattato del salvataggio di 2 bambine alla deriva sul loro materassino trascinate al largo dalla corrente, che sono uscite dal mare con il sorriso sulle labbra. Nel secondo caso si è trattato di un uomo in crisi d’ansia, al quale se avessi fatto la presa tecnica avrei probabilmente scatenato una crisi di panico, mentre durante il recupero ho potuto parlargli con tranquillità e senza sforzo, mentre il cane lo trainava a riva.

I cani lavorano in stretta collaborazione con l’uomo

Di regola i cani che conseguono il brevetto lavorano in stretta contiguità con il conduttore. Essi non prendono iniziative indipendenti, ma seguono le istruzioni del conduttore. In alcuni casi possono essere inviati da soli su un pericolante con un presidio di galleggiamento, che può anche essere semplicemente l’imbracatura dotata di maniglioni per l’aggancio. Durante un’operazione di salvataggio, mentre io recuperavo una persona priva di forze tra i frangenti ho lasciato il cane quando toccavo perché avevo bisogno delle due braccia per sostenere la persona, mentre il mio cane è andato al largo a prendersi un bagnino che per salvare un'altra persona era andato in difficoltà.

I cani lavorano specialmente con mare mosso

In caso di mare mosso il cane può avere difficoltà a superare la zona dei frangenti. In questo caso l’operatore umano può ovviare superando i frangenti a delfino, cioè posizionandosi posteriormente al cane e attaccandosi con le mani ai 2 maniglioni laterali dell’imbracatura galleggiante. Attenzione, l’operazione non è rallentata per aiutare il cane, l’eventuale tempo perso è ampiamente recuperato nell’azione di ritorno e, soprattutto grazie all’efficace supporto di galleggiamento che il cane offre specialmente in circostanze di mare avverso.

I cani lavorano in tutte le circostanze operative

Sebbene la maggior parte dell’operatività delle unità cinofile si svolga prevalentemente dalla riva come presidi fissi o pattugliamenti mobili, i cani lavorano anche a bordo di elicotteri, motovedette, moto d’acqua e pattini di salvataggio, mezzi sui quali e sono perfettamente abituati e addestrati a non dare intralcio alle operazioni.

I cani sono in grado di trainare grossi pesi

Anche se alcune azioni operative possono apparire esclusivamente di tipo coreografico, in alcuni casi sono molto utili. Ad esempio il traino di un’imbarcazione carica di persone (spesso con i denti) è un’operazione altamente spettacolare; tuttavia, mi è capitato di dover riportare a riva un canotto alla deriva con 2 bambini e 1 adulto e ho trovato molto utile agganciare mediante una cima l’imbarcazione all’imbracatura del cane, che in definitiva ha svolto tutta l’operazione da solo.

Per il cane brevettato l’operazione di salvataggio è un gioco?

Durante il nuoto non è facile osservare tutti gli indicatori posturali che indicano lo status emotivo del cane, ma è abbastanza palese che hanno senzazioni piacevoli. Quando si trovano in riva al mare cercano spesso la relazione visiva con il conduttore, in particolare alternando lo sguardo con il mare, indicando chiaramente le loro intenzioni, in attesa di ricevere il permesso di andare in acqua: loro amano l’acqua e non vedono l’ora di nuotare. Molti cani non addestrati al salvataggio si dirigono sulle persone per istinto, ma poi finiscono sulla persona graffiandola. Un cane non addestrato all’acqua di solito oppone una decisa resistenza ed è bene non forzarlo, ma cercare di abituarlo gradatamente. Proprio perchè c'è di mezzo il nuoto è abbastanza plausibile che il cane interpreti un’operazione di salvataggio come un gioco. Lo si deduce dal fatto che è difficile vedere un cane in un’operazione di salvataggio che si lecca il muso (che è indicatore di stress quando è attuato in maniera continuativa) o si lamenta. Tuttavia, ci sarebbe bisogno di studi etologici specifici per chiarire la questione.

Il cane sente le correnti?

Ci sono alcuni animali in grado di percepire la direzione delle correnti e orientarsi di conseguenza. Si tratta d’invertebrati che si muovono controcorrente (reotassi negativa) se sentono l’odore del cibo o scappano in favore di corrente (reotassi positiva) se sentono l’odore di un predatore. Se l’odore arriva è ovvio che è stato trasportato dalla corrente e che chi lo genera si trova sottocorrente. La capacità di sentire la corrente è mediata dai recettori tattili, ma i cani hanno una percezione tattile mediata dai peli inferiore alla nostra, pertanto credo che sia difficile che essi possano percepire la corrente, visto che in mare non ci riusciamo neppure noi. Di fatto però in caso di correnti il cane si orienta sempre seguendo la traiettoria con minore resistenza e, anche se fa un percorso più lungo, alla fine consente di arrivare a riva in un tempo inferiore. Probabilmente l’animale riesce a percepire la direzione di nuoto che offre una minore resistenza. Ho avuto modo di usufruire di questa utile proprietà in una delle operazioni di salvataggio in cui è stato impegnato il mio cane. 2 bagnini non riuscivano a trainare efficacemente il pericolante verso riva per la forte corrente di risacca. Appena sono stati sostituiti dal mio cane, fra lo stupore degli operatori, la direzione di nuoto è cambiata, perché Flash ha scelto di muoversi seguendo una traiettoria obliqua di circa 45°C, anziché quella più breve perpendicolare alla riva, evitando quindi la corrente diretta e consentendo uno spostamento più agevole fino a raggiungere il cavo di sicurezza.

I cani s’immergono?

Molti cani s’immergono totalmente per il recupero di oggetti, ma è un fenomeno piuttosto raro, perchè è laborioso insegnarglielo. Peraltro non è molto utile nel caso dei cani da salvataggio nautico nel recupero di una persona, perchè essi lavorano in stretta collaborazione con l'uomo. In questo caso segnalano il punto in cui si è inabissato il pericolante stazionando sul posto, in modo che l’operatore umano sappia dove immergersi.